Milano, 2 ottobre 2010 - Sempre più famiglie lombarde faranno i conti con l'Alzheimer, una malattia che in questa regione avanza al ritmo di 3.300 nuovi casi l'anno. Già oggi i malati sono a quota 115 mila (più di 30 mila vivono a Milano). E le liste d'attesa per le case di cura si allungano a vista d'occhio.

Si è parlato di questo durante un convegno su anziani e longevità. Si è tenuto a Milano, è stato organizzato dal settimanale non profit ‘Vita’, in collaborazione con Regione Lombardia - Direzione Generale Famiglia e Politiche Sociali e TENA. Erano presenti Giulio Boscagli, Assessore alla Famiglia e solidarietà sociale della Regione Lombardia e Mariolina Moioli, Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Milano, Luigi Campiglio, Pro-Rettore del’Università Cattolica di Milano, Marco Trabucchi, Presidente dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria e Nando Pagnoncelli, Presidente dell’Istituto di ricerche demoscopiche IPSOS.

 

“L’impegno di Regione Lombardia – ha spiegato Giulio Boscagli,– nell’assistenza e cura delle persone affette da Alzheimer ha una storia lunga, indubbiamente più lunga di quello di altre Regioni. Negli ultimi quindici anni abbiamo realizzato oltre 79 nuclei Alzheimer all’interno delle nostre RSA, capaci di ospitare oltre 1.600 persone e abbiamo sostenuto la formazione di personale dedicato per questa patologia, il tutto con un impegno economico di circa 31 milioni di euro all’anno.”

“Oggi – ha aggiunto l’Assessore– è però prioritaria una visione “oltre le mura”, su quel continuum che va dal momento della diagnosi alla fase terminale della malattia e che deve coinvolgere e sostenere le risorse territoriali, prima fra tutte la famiglia. Le famiglie, infatti, rappresentano la risorsa principale nella cura e accompagnamento dell’anziano malato di Alzheimer, e non devo essere lasciate sole nel sostenere questo compito. Per questo Regione Lombardia sta realizzando un percorso di rafforzamento delle cure domiciliari per permettere all’anziano di rimanere nella propria casa, tra l’affetto delle persone a lui care.”

 

“Milano - ha spiegato Mariolina Moioli - è una città che si prende cura dei propri anziani rendendoli risorsa nel loro tempo ritrovato e quindi dando valore al fenomeno della longevità che interessa la città sempre più da vicino. Coinvolgiamo i nostri anziani in attività di volontariato, in laboratori didattici con i bambini; e ci occupiamo di loro facendo sì che possano trascorrere questa età nel loro contesto d’origine. Abbiamo infatti potenziato la domiciliarità – ha proseguito Mariolina Moioli - , diminuendo i ricoveri negli istituti. Team di esperti, poi. operano nelle nostre strutture affinché possa esserci un sostegno qualificato, soprattutto per le famiglie, quando malattie come l’Alzheimer colpiscono gli anziani e li rendono non autosufficienti. Ad oggi sono 3.000 i posti che il Comune di Milano mette a disposizione all'interno di RSA per un totale di 3.700 utenti l'anno”.

 

Il Prof. Luigi Campiglio, si è soffermato sulle conseguenze dell’andamento demografico in Italia e sulle sue conseguenze economiche. Mentre il Prf. Marco Trabucchi ha spiegato: L’invecchiamento della popolazione comporta un’accelerazione esponenziale della cronicità delle malattie e l’Alzheimer è parte importante del fenomeno, anche se i confini diagnostici delle diverse malattie neurodegenerative si vanno assottigliando. Le rilevazione statistiche ci dicono che circa il 15% della popolazione con più di 75 anni è soggetta a patologie neurodegerative. Il che significa oltre 115.000 persone a livello della Lombardia e più di 30.000 persone nel solo capoluogo lombardo, con il coivolgimento, seppur differenziato, di altrettante famiglie. La crisi economica ed i provvedimenti di regolarizzazione delle badanti hanno reso più complicata la gestione dei malati cronici da parte delle famiglie e prova ne è la ripresa delle liste di attesa presso le strutture di lungodegenza".

 

Nando Pagnocelli ha presentato i dati di una ricerca: "Per quanto riguarda i servizi di assistenza domiciliare  il giudizio complessivo dei cittadini lombardi risulta più positivo di quello degli italiani (76% contro 68%), mentre quello degli over 65 è sostanzialmente allineato (80% contro 79%). Molto omogeneo risulta il giudizio sui medici di medicina generale sia da parte della popolazione complessiva (90%), sia degli over 65 (94% e 92%), senza grandi differenze dunque tra lombardi e italiani. In generale, riguardo ai servizi agli anziani, ai servizi ospedalieri e al pronto soccorso, si registra una percezione di miglioramento più elevata in Lombardia rispetto alle altre regioni italiane, soprattutto presso la popolazione ultra-sessantacinquenne”.

A Milano, all’inizio del 2009, le persone con più di 75 anni erano 212.778, pari al 16,42% della popolazione totale (1.295. 705) contro l’8,48 della media regionale ( 826.381su 9.742.676). Gli over 75 a Milano superano il totale della popolazione fino a 18 anni (212.778 contro 198.425), mentre complessivamente in Regione sono meno della metà. Le vedove al 31.12.2009 in Regione Lombardia erano 626.784 contro 109.162 vedovi, mentre a Milano erano 92.674 contro 16.236 vedovi.